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Nell’ambito dell’inchiesta “Codice interno”, che ha portato all’arresto di 130 persone a Bari e provincia per voto di scambio politico-mafioso, il boss di Japigia, Savinuccio Parisi, ha risposto alle domande del gip Alfredo Ferraro.

Parisi, già detenuto a Terni per altre questioni, ha sostenuto che le accuse contro di lui sono state già oggetto di giudizio nell’inchiesta “Do ut des”, relativa al sistema di estorsioni nei cantieri edili di Bari.

L’indagine vede coinvolte figure di spicco del crimine organizzato e della politica locale, tra cui Eugenio Palermiti, braccio destro di Parisi, e Tommaso Lovreglio, suo nipote, considerato dagli investigatori un punto di collegamento tra il clan, gli imprenditori e il mondo politico.

Anche l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri è sotto indagine, accusato di aver facilitato l’elezione di sua moglie Maria Carmen Lorusso al consiglio comunale di Bari con l’aiuto dei voti mafiosi. Nel contesto delle indagini, sono emerse anche le dichiarazioni del figlio di Parisi, il cantante neomelodico Tommaso, che si è dichiarato estraneo agli affari illeciti della famiglia.

 

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