Il caso della morte di Alessandro Morricella, l’operaio tragicamente deceduto nel 2015 a causa di una fiammata sul posto di lavoro presso l’ex Ilva di Taranto, ha visto oggi la pronuncia di una sentenza che ha condannato tre dirigenti dell’azienda, ma ha anche emesso assoluzioni per altri accusati.
Il giudice Federica Furio ha emesso il dispositivo della sentenza accogliendo gran parte delle richieste delle accuse. Tre dirigenti dell’ex Ilva sono stati condannati: Ruggiero Cola, allora direttore della fabbrica, è stato condannato a sei anni di carcere; il direttore dell’area ghisa Vito Vitale e il capo area Salvatore Rizzo sono stati condannati a cinque anni di reclusione ciascuno.
Tuttavia, sono stati anche emessi tre assoluzioni: Massimo Rosini, ex direttore generale di Ilva spa, è stato assolto perché il giudice ha ritenuto che non fosse responsabile degli eventi; allo stesso modo, sono stati assolti il capo turno di Morricella, Saverio Campidoglio, e il tecnico del campo di colata Domenico Catucci, poiché il giudice non ha ritenuto che il fatto costituisse reato per loro.
Le accuse contro Cola, Vitale e Rizzo riguardavano anche il mancato adozione di adeguate misure di sicurezza sul luogo di lavoro, come schermi protettivi o altre misure idonee.
La sentenza ha già suscitato reazioni contrastanti, con alcuni difensori che hanno annunciato ricorso in appello, sostenendo che la decisione del giudice fosse ingiusta. In aula erano presenti gli studenti con il comitato 12 Giugno e amici e familiari di Morricella, che hanno seguito da vicino l’intera vicenda fin dall’inizio.
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