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L’operazione finanziaria orchestrata dall’avvocato Giacomo Olivieri, insieme alla moglie, ha destato grande scandalo a Bari, rivelando un complesso schema di speculazioni immobiliari e abusi bancari che ha portato al fallimento della Banca Popolare di Vicenza.

L’astuto manovrare di Olivieri ha permesso di trasformare l’acquisto di una masseria a Polignano, inizialmente valutato 970mila euro nel 2005, in una vendita a 7 milioni di euro nel 2013, generando un guadagno netto di 6 milioni di euro senza investimenti iniziali significativi.
La masseria di Madonna delle Grottole, un complesso storico che include una chiesetta e un insediamento rupestre, è stata acquistata grazie a un mutuo concesso da Unicredit e successivamente venduta a una Fondazione costituita a nome della madre di Olivieri. La vendita è stata resa possibile grazie a un altro finanziamento, questa volta concesso dalla Banca Popolare di Vicenza, dove un perito, in modo “incredibile” secondo i pm della Dda di Bari, ha sopravvalutato l’immobile. Questo schema, definito dall’avvocato come “mutuo a rendita”, ha consentito a Olivieri di intascare una cifra considerevole, mettendo allo scoperto un sistema di complicità e mancanze di controllo nel settore bancario e immobiliare.
La vicenda ha sollevato interrogativi sulla regolamentazione e la sorveglianza delle operazioni bancarie, soprattutto in relazione alla valutazione degli immobili e alla concessione di mutui. L’arresto di Olivieri getta una luce sinistra sulle pratiche speculative che possono avere ripercussioni devastanti sull’economia reale, soprattutto quando coinvolgono istituti bancari e fondazioni. Questo caso sottolinea l’importanza della trasparenza e dell’integrità nell’ambito finanziario e immobiliare, richiamando l’attenzione sulle responsabilità delle banche nella concessione di credito e sulla necessità di meccanismi di controllo più efficaci per prevenire abusi.

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