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L’Asl di Bari ha ospitato un incontro formativo sulla crescente ondata di aggressioni fisiche e verbali contro gli operatori sanitari, focalizzandosi sul ruolo delle donne medico e infermiere come principali bersagli.

Durante il dibattito, il Procuratore Roberto Rossi ha evidenziato che la violenza si estende oltre il rapporto paziente-operatore, coinvolgendo anche uffici e colleghi. La necessità di protocolli operativi, insieme a Regioni e aziende sanitarie, è stata sottolineata per affrontare questo problema.
Il Servizio prevenzione e protezione aziendale ha registrato un preoccupante aumento, passando da 40 denunce nel 2022 a 113 nel 2023. Oltre il 64% delle aggressioni è verbale, con un’enfasi sulle operatrici sanitarie. L’82% è avvenuto esternamente, ma segnalazioni di aggressioni interne sono state rilevate. Il direttore del Dipartimento Salute Regione, Vito Montanaro, ha sottolineato l’importanza di informazione, comunicazione e formazione per ridurre il rischio, escludendo la militarizzazione delle strutture.
Il direttore generale, Antonio Sanguedolce, ha evidenziato il fenomeno della “violenza di genere” con le operatrici sanitarie colpite tre volte più frequentemente dei colleghi maschi. La fiducia dei dipendenti nel denunciare suggerisce una maggiore percezione di tutela. L’area metropolitana, in particolare Bari, è la più colpita, con medici e infermieri tra le figure più vulnerabili. La necessità di misure preventive specifiche è emersa come chiave per affrontare questa sfida crescente.

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