La lotta contro la tratta di esseri umani ha fatto un altro passo avanti con l’operazione della Polizia di Lecce, che ha portato all’arresto di 22 persone, di cui 21 di nazionalità bulgara e un italiano, accusate di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, alla riduzione in schiavitù e alla tratta.
Le indagini hanno svelato che l’organizzazione si occupava di ingannare donne bulgare con la promessa di un lavoro in Italia, solo per costringerle poi a prostituirsi. Le vittime che rifiutavano venivano sottoposte a violenze brutali, compreso l’uso di una mazza da baseball. Gli introiti venivano trasferiti in Bulgaria, contribuendo al riciclaggio di denaro.
La sede logistica dell’associazione è stata individuata a Lecce, dove telecamere hanno immortalato scene scioccanti, comprese violenze e addirittura il coinvolgimento di una bambina in attività illegali. Gli arresti sono stati eseguiti in Italia e in Bulgaria, poiché l’associazione operava in entrambi i paesi.
L’organizzazione criminale agiva principalmente su giovani donne bulgare e provenienti da altri paesi dell’Est europeo, costrette alla prostituzione con minacce, violenze fisiche e psicologiche, e a volte la privazione dei documenti e del telefono cellulare.
Le indagini hanno rivelato ruoli specifici all’interno dell’organizzazione, dalla ricerca di giovani donne agli spostamenti, alla logistica e al controllo nei luoghi di sfruttamento. Alcuni cittadini italiani sono stati implicati nell’agevolare l’attività illecita.
L’esecuzione simultanea delle misure cautelari in Italia e in Bulgaria, coordinata anche con Eurojust, sottolinea l’impegno internazionale nella lotta contro la tratta di esseri umani e le attività criminali transnazionali.
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